Il disturbo da uso di sostanze (DUS) è una condizione complessa che colpisce il cervello e il comportamento di una persona, portandola a un uso compulsivo di droghe o alcol nonostante le conseguenze negative. Non si tratta di una semplice mancanza di volontà o di una debolezza morale, ma di una vera e propria malattia cronica e recidivante.
Il DUS si manifesta quando l'uso ripetuto di una sostanza altera i sistemi di ricompensa, motivazione e controllo degli impulsi nel cervello. La persona sviluppa una forte craving (desiderio intenso) per la sostanza e può sperimentare sintomi di astinenza fisici e psicologici quando l'effetto della sostanza svanisce.
Perdita di controllo: Difficoltà a limitare la quantità o la frequenza dell'uso.
Proseguire nell'uso nonostante le conseguenze negative su lavoro, relazioni, salute, econimici o legali.
Tolleranza: Necessità di aumentare la dose della sostanza per ottenere lo stesso effetto.
Astinenza: Comparsa di sintomi spiacevoli quando l'uso viene interrotto o ridotto.
Passare molto tempo a procurarsi, usare o riprendersi dagli effetti della sostanza.
Abbandono di attività importanti: rinunciare a hobby, impegni sociali o lavorativi a causa dell'uso di sostanze.
Presso il mio studio è possibile intraprendere percorsi personalizzati di sospensione dalla terapia sostitutiva con metadone o buprenorfina, sempre in condizioni di sicurezza e con un’attenta supervisione clinica. L’obiettivo è favorire l’autonomia del paziente, riducendo progressivamente la dipendenza dal farmaco sostitutivo, quando le condizioni cliniche lo consentono.
Ogni protocollo viene definito sulla base di una valutazione individuale e integrato, se necessario, con supporto psicoterapeutico e strategie farmacologiche volte a ridurre i sintomi d’astinenza e a sostenere il benessere globale del paziente.
Contrariamente a quanto ancora si crede, o a quanto si è ritenuto in passato, la terapia sostitutiva non è necessariamente una terapia a vita. Anche la dipendenza, per quanto complessa, non deve essere considerata una condizione permanente. Esistono oggi approcci clinici che consentono di affrontare con successo la sospensione del metadone o della buprenorfina, senza compromettere la qualità della vita né provocare sofferenze inutili.
A differenza di altri contesti istituzionali, dove spesso la terapia sostitutiva viene mantenuta a tempo indeterminato, nel mio approccio viene data priorità — laddove realistico e desiderato — alla possibilità concreta di un’uscita graduale e assistita dal trattamento, nel rispetto della persona e dei suoi obiettivi di vita.
Il percorso è pensato per chi desidera non solo ridurre o interrompere la terapia, ma farlo in modo consapevole, responsabile e con il supporto continuativo di un medico psichiatra esperto in dipendenze.